Patrizio romano. Fu esponente del patriziato più
turbolento e inquieto. Presunto capo di una congiura che avrebbe preparato la
rivolta armata, fu in realtà un uomo mandato avanti dagli aristocratici
romani, per saggiare una situazione difficile. Denunziato da Cicerone al Senato
e sopraffatto dalla sua eloquenza, fuggì da Roma, poi, riuniti i ribelli,
affrontò l'esercito consolare a Pistoia dove fu sconfitto e ucciso.
Cicerone, dopo essersi sbarazzato con metodi non del tutto legali di
C. e
delle figure minori del movimento, lasciò indisturbati i mandanti, che,
pure, erano noti a tutti (109-62 a.C.).